Le rose sono piante rustiche, ma ripagano generosamente fin dall’inizio le cure amorevoli che vengono loro prodigate. Gli arbusti a radice nuda sono disponibili presso i vari orticoltori da novembre fino ad inverno inoltrato, e da febbraio a mano; se acquistate con la zolla, cioè coltivate in vaso dall’orticoltore, si possono piantare in qualunque momento.
Se le condizioni del terreno lo consentono, la messa a dimora dei rosai a radici nude dovrà essere fatta subito dopo il loro arrivo. Ove la terra fosse troppo bagnata o gelata, occorrerà proteggere le radici con terra umida, o torba o tela di sacco, finché non sarà possibile procedere all’interro.
Prima della piantagione è necessario lavorare il terreno con la forca il piú profondamente possibile, aggiungendo torba, sia che si tratti di terreno sciolto o molto compatto, per migliorarne la struttura. Poi pestatelo leggermente con i piedi per consolidarlo.
È un errore comune piantare i rosai a poca distanza fra loro. Piantateli ad una distanza di almeno due metri, per le qualità rampicanti; di non meno di un metro, per gli alberetti; di 50-60 cm, per le qualità a cespuglio, o anche piú se si tratta di varietà vigorose. Ciò per evitare che in pochi anni si formi un ammasso eccessivamente folto di piante.
Scavate nel terreno precedentemente lavorato una buca un poco piú larga della misura d’ingombro delle radici distese: le radici rotte o sciupate dovranno essere pareggiate. Quando la fossetta è pronta gettateci un po’ di terriccio ben sminuzzato oltre a una manciata di torba. Pareggiate il fondo della fossa e metteteci la pianta con le radici distese.
Se osservate il fusto di un rosaio, noterete il segno del terreno del vivaio rimasto sulla pianticella; questo dà l’indicazione della giusta profondità alla quale dovrà essere interrata, che corrisponde al punto del colletto (zona di unione fra l’innesto e il fusto) o poco al di sopra.
Cominciate a gettare nella fossetta terra di superficie, e quando sarà riempita premete la terra intorno alle radici affinché non restino vuoti d’aria; provate a tirare la pianta per lo stelo: non dovrà muoversi.
Potatura
La fine di febbraio e l’inizio di marzo è considerata l’epoca migliore per potare i rosai rifiorenti (ibridi di tea e floribunde); ma si può anche anticipare la potatura, effettuandola nel mese di ottobre o ai primi di novembre. La potatura promuove lo sviluppo della pianta nonché la qualità e la grandezza dei fiori. Anche i rosai piantati da poco devono essere potati accorciando i rami fino a circa 7 cm dal livello del suolo.
Durante i successivi due anni lasciate sulla pianta tre o quattro rami principali, sviluppati cioè dalla base.
Le potature successive consisteranno nel togliere i rami troppo deboli, oppure mal conformati, lasciando il centro della pianta vuoto. Procurate anche di promuovere una ordinata distribuzione della vegetazione, non trascurando di asportare fin dalla base i rigetti del selvatico (i cosí detti “succhioni”, che spuntano dall’innesto e che si distinguono per il colore e la conformazione delle foglie: in genere le foglie sono piú sottili e di un verde piú chiaro).
I rimanenti rami lasciati sulla pianta devono essere accorciati; piú generosamente le vegetazioni deboli e meno generosamente quelle vigorose.
Per potare adoperate sempre cesoie bene arrotate in modo che il taglio risulti netto senza produrre lacerazioni nei tessuti del ramo. L’inclinazione del taglio deve essere moderata: iniziare al di sopra di una gemma fogliare, se possibile volta verso l’esterno della pianta, e terminare all’altezza della gemma stessa. Nel tagliare i fiori, freschi o secchi che siano, abbiate cura di lasciare sul ramo tre sole impalcature di foglie: questa è una forma di potatura che promuove la immediata crescita di nuovi germogli fioriferi sul ramo stesso.