Risulta essere risaputo che un trasloco rappresenta un motivo di stress e tensione secondo soltanto a un lutto. Tanto più quando coinvolge i bambini. Livia, ad esempio, ha 5 anni, vive a Roma e si è spostata da poco con i genitori Maurizio e Barbara in una nuova casa sempre nella stessa città. L’abitazione è più bella e più grande e Livia ha una stanza tutta per lei, ma per i primi tempi ha continuato a trascinare i suoi giochi in salotto e a dormire nella stanza con mamma e papà, perché abbandonare le vecchie e care abitudini sarebbe stato uno sconvolgimento troppo grande per lei.
Una delle prime cose da tenere in mente quando si parla di bambini e traslochi è, infatti, che i cambiamenti, benché positivi e migliorativi, lasciano sempre uno strascico di insicurezza e malinconia nei più piccoli, che si trovano presi tra la curiosità di nuove scoperte, ma anche disorientati al di fuori di un ambiente che avevano imparato a riconoscere come loro.
C’è da dire che i maggiori disagi sono sofferti dai bambini leggermente più grandi, che hanno le loro consuetudini, i loro luoghi e i loro amici, punto di riferimento importante. Proprio per questo motivo, se possibile, si deve cercare di non far cambiare scuola ai propri figli e far loro almeno terminare il ciclo di studi intrapreso. Necessario, anche, far sì che il bambino possa comunque vedere periodicamente o almeno sentire i vecchi compagni di gioco, grazie a inviti nella nuova dimora. Per i più piccolini il cambiamento è meno traumatico, soprattutto se si cerca di prospettarlo come un gioco, perché il loro universo è costituito solo dalla famiglia. In questo caso, però, è fondamentale lo stato d’animo della madre e come questa vivrà il trasferimento. Il suo sentire verrà trasmesso inevitabilmente al figlio.
In ogni caso, è importante organizzare al meglio gli ultimi giorni che si vivono nella vecchia casa. Se c’è, ad esempio, un giocattolo particolarmente caro questo non finirà in uno scatolone, ma accompagnerà il figlio costantemente. Il resto degli oggetti saranno riposti e affidati alla ditta di trasporto, ma saranno passaggi in cui il bambino sarà protagonista, aiutando lui per primo mamma e papà a riporre le sue cose, verificando così in prima persona che tutto quello che ha di prezioso non vada perso, ma arriverà impacchettato tra le nuove mura. Gli imballi, poi, possono causare nuovi traumi e il piccolo non deve viverli come un’aggressione da parte di sconosciuti in tuta, che si intromettono per incartare tutta casa. Proprio per questo, nei giorni cruciali dello spostamento sarebbe preferibile, ove possibile, che i genitori sistemino ogni cosa potendo lasciare i figli da nonni, zii o da una qualche persona cara, in modo da evitargli trambusti.
Un po’ di destabilizzazione i bimbi la proveranno comunque e segnali quali l’irritabilità, una certa inappetenza o qualche disturbo del sonno sono da non sottovalutare, ma anche normali e, in fondo, positivi, perché testimoniano il fatto che il bambino in qualche modo sta reagendo e metabolizzando i cambiamenti.