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Come Allestire la Gabbia per un Gerbillo

Un allestimento riuscito deriva dalla conoscenza dei comportamenti naturali del gerbillo della Mongolia. In natura queste arvicole vivono in colonie scavate sotto steppe aride, con tunnel che si estendono sino a un metro di profondità e numerose camere di sosta, dispensa e nido. Passano gran parte della giornata a scavare, rosicchiare radici secche e pattugliare il territorio in cerca di semi. Questa forte predisposizione al movimento sotterraneo e alla life in coppia influisce direttamente sulla scelta di dimensioni, materiali e accessori della gabbia domestica. Un contenitore che invita a verticalizzare lo spazio, ma che non consente adeguata profondità di scavo, provoca frustrazione e comportamenti stereotipati; al contrario una “terra” soffice e alta un terzo dell’intero volume favorisce la ripetizione di rituali naturali, rende l’animale attivo e riduce il rischio di obesità.

Indice

  • 1 Dimensioni minime e tipologia della struttura
  • 2 Profondità e composizione della lettiera
  • 3 Suddivisione dello spazio in zone funzionali
  • 4 Elementi di arricchimento: legni sicuri, tubi e nascondigli
  • 5 Illuminazione e temperatura ambientale
  • 6 Cura e igiene: frequenza di pulizia e gestione degli odori
  • 7 Alimentazione e posizionamento delle ciotole
  • 8 Sicurezza: evitare fughe e proteggere l’ambiente circostante
  • 9 Adattamenti per gruppi sociali e prevenzione di conflitti
  • 10 Conclusioni

Dimensioni minime e tipologia della struttura

Nella normativa italiana non esistono misure obbligatorie, ma buona parte dei veterinari esperti in animali esotici concorda che una coppia stabile richieda una gabbia di almeno ottanta centimetri di lunghezza, quaranta di larghezza e cinquanta di altezza. L’habitat ideale è un terrario in vetro o plexiglas con coperchio in rete perché evita la dispersione di lettiera, preserva umidità moderata e resiste ai tentativi di rosicchiamento. Una base in plastica rigida agganciata a gabbiette metalliche tradizionali ha il limite di far fuoriuscire la sabbia scavata; diventa accettabile solo inserendo paratie trasparenti alte almeno quindici centimetri che contengono il substrato. Il coperchio traforato assicura ricambio d’aria e impedisce fughe. La luce deve penetrare in modo diffuso, senza esposizione diretta al sole che surriscalderebbe l’ambiente oltre i trenta gradi, soglia mal tollerata da questi roditori deserticoli.

Profondità e composizione della lettiera

L’elemento cruciale di tutto l’allestimento resta lo strato di substrato. Un gerbillo può scavare gallerie profonde trenta centimetri se la miscela lo consente. Il trucco è unire materiali con granulometrie diverse: una base di trucioli di pioppo depolverizzati, soffice e assorbente, miscelata con fieno sminuzzato che ne aumenta la coesione, più un dieci per cento di paglia corta oppure strisce di carta non stampata. Questi ingredienti generano un effetto “collante” che permette ai cunicoli di non collassare. Per mantenere la lettiera asciutta occorre scegliere materie prime prive di resine e polveri; il pino o il cedro rilasciano fenoli irritanti per le vie respiratorie, mentre la carta riciclata di qualità scadente trattiene umidità e genera odori. Inserire manciate di sabbia fine di chinchilla in alcuni punti offre al gerbillo un angolo dove praticare la pulizia del mantello, riducendo la necessità di bagni di sabbia esterni.

Suddivisione dello spazio in zone funzionali

Seguendo l’osservazione etologica, la gabbia si articola in tre fasce. La parte inferiore, tutta dedicata allo scavo, ospita la grande profondità di lettiera. L’area mediana contiene il nido principale, le ciotole di acqua e cibo e qualche grappolo di legno da rosicchiare. Il livello superiore, raggiungibile con rampe a prova di unghie, serve allo sfogo motorio e alla sorveglianza del territorio. Una ruota da corsa di diametro minimo venticinque centimetri, con pedana chiusa in plastica dura o metallo massiccio, soddisfa lo stimolo di corsa notturna senza compromettere la colonna vertebrale. È indispensabile che la ruota sia silenziosa e priva di pioli metallici distanziati, causa frequente di fratture alle zampe.

Elementi di arricchimento: legni sicuri, tubi e nascondigli

La monotonia è nemica dell’equilibrio comportamentale. Tubi in cartone rigido di diametro generoso, resti di radici di manzanita o vigne naturali, blocchi di sughero e gusci di cocco forati diventano stimolo quotidiano alla curiosità. Oggetti in plastica leggera, come tubi flessibili per aspirazione, vengono rosicchiati e ingeriti, pertanto vanno evitati. Un nido semi‑chiuso in terracotta o legno non trattato, posizionato a un terzo dell’altezza, offre il riparo termico notturno; il gerbillo porterà al suo interno paglia, carta e filamenti di fieno, costruendo un letto soffice che regola l’umidità corporea. È importante non usare cotone idrofilo o ovatta: le fibre lunghe si avvolgono alle zampe provocando lesioni. Ogni due settimane si rimuove il nido e si sostituisce solo la parte umida del materiale, lasciando qualche ciuffo vecchio che conserva l’odore familiare.

Illuminazione e temperatura ambientale

Sebbene il gerbillo sia crepuscolare, beneficia di un ritmo circadiano stabile: posizionare la gabbia in un punto dove filtra luce naturale, ma mai in pieno sole, garantisce cicli chiari di giorno e notte. La temperatura ottimale oscilla tra diciotto e venticinque gradi; l’umidità ideale resta sotto il cinquanta per cento per prevenire muffe e problemi respiratori. In inverno la stanza può scendere a sedici gradi senza conseguenze, purché il nido abbia lettiera abbastanza spessa. Impostare il riscaldamento domestico sopra i venticinque gradi prosciuga l’aria e può provocare dermatiti; in tal caso conviene installare un umidificatore freddo a distanza di sicurezza dalla gabbia.

Cura e igiene: frequenza di pulizia e gestione degli odori

Grazie al basso contenuto di proteine dell’alimentazione granivora, l’urina del gerbillo emana meno ammoniaca rispetto a quella di topi o criceti. Ciò permette di programmare una pulizia profonda una volta al mese, mantenendo però il controllo settimanale sulle zone di maggiore concentrazione di scarti, tipicamente gli angoli in cui scelgono di urinare. Si rimuove il substrato umido con una paletta, si aggiunge lettiera fresca e si agita delicatamente lo strato intermedio per ossigenarlo. Ogni mese, dopo aver trasferito gli animali in un box di trasporto con parte della loro lettiera, si svuota la vasca, si lava con acqua calda e sapone neutro, si risciacqua con acqua e aceto al cinque per cento e si asciuga perfettamente. Le parti metalliche della ruota o delle griglie si spazzolano con soluzione di bicarbonato per sciogliere le incrostazioni di urina secca.

Alimentazione e posizionamento delle ciotole

Il gerbillo disperde gran parte del mangime scavando; collocare la ciotola su un ripiano rialzato riduce lo spreco. Una mangiatoia a gravità in vetro consente di monitorare il consumo e protegge il mix di semi dall’umidità della lettiera. L’acqua va offerta con beverino a goccia in acciaio e serbatoio in policarbonato spessore tre millimetri, fissato all’esterno per evitare rosicchiamenti. La posizione ideale è sulla griglia laterale a quindici centimetri dal substrato, in modo che l’animale debba alzarsi ma non allungarsi eccessivamente. Il cambio dell’acqua è quotidiano, così come la pulizia del beccuccio, per evitare colonie batteriche.

Sicurezza: evitare fughe e proteggere l’ambiente circostante

Il gerbillo salta fino a trenta centimetri in verticale e rosicchia qualsiasi plastica morbida. Per questo il coperchio deve essere in rete metallica con maglie di massimo dieci millimetri e fissato con ganci di chiusura. In case con altri pets, la gabbia si colloca lontano da predatori potenziali, come gatti, per ridurre stress e incidenti. I bordi metallici devono essere privi di bave taglienti che potrebbero ferire le zampe. Gli accessori elettrici come lampade o pompe di ricircolo non sono necessari e anzi costituiscono rischi di surriscaldamento o folgorazione se rosicchiati.

Adattamenti per gruppi sociali e prevenzione di conflitti

Il gerbillo è un animale sociale che tollera bene il conspecifico se introdotto prima dei tre mesi di età. Due maschi cresciuti assieme restano in genere stabili; introdurre un adulto nuovo in gabbia già occupata scatena lotte. Se si programma di ospitare un trio o un quartetto è indispensabile aumentare la lunghezza della gabbia a cento‑centoventi centimetri, offrire una ruota per ogni coppia e duplicare punti di abbeverata, riducendo le competizioni. In presenza di femmine fertili il volume di nido deve raddoppiare, poiché la madre allatta in camera separata dal maschio. La profilassi di comodo prevede, per chi non desidera cucciolate, la convivenza di individui dello stesso sesso o l’intervento di sterilizzazione maschile da parte del veterinario.

Conclusioni

Allestire una gabbia per gerbilli significa ricreare in scala ridotta la complessità di un habitat desertico, dove scavo, corsa, rosicchiamento e socialità si intrecciano per generare benessere. Profondità di lettiera, qualità dei materiali, zone funzionali ben distinte, arricchimenti variabili, illuminazione naturale e temperature moderate sono gli ingredienti che trasformano un semplice contenitore in un microcosmo ricco e stimolante. Con questa impostazione il gerbillo manifesta comportamenti di esplorazione instancabile, costruisce tunnel complessi e mantiene una condizione fisica ottimale, offrendo a chi lo ospita lo spettacolo di un piccolo deserto vivo direttamente nel proprio salotto.

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