Famiglia: Pinacee
Origine: Alpi, Carpazi
Il larice è una delle rare conifere a foglie caduche. Questa caratteristica, il colore dorato che assumono i suoi aghi in autunno, spiega come sia sempre stato usato come specie ornamentale. Cresce rapidamente e resiste a climi che sarebbero intollerabili per molte altre specie. In riva al mare così come in montagna lo si usa per creare barriere antivento e proteggere piante più delicate. Il suo legno è di buona qualità, sebbene molto resinoso, è resistente e di un bel colore rossastro all’interno. Il larice europeo può raggiungere i 40-50 m d’altezza e il tronco può avere un metro di diametro alla base; il portamento tipico è piramidale. I rami tendono ad incurvarsi verso il basso, mentre le loro estremità si raddrizzano. Gli aghi sono corti (da 2 a 5 cm, in fascetti di 20-30).
Habìtat: lo si incontra fino a 2500 m di altitudine, insieme a pini ed abeti rossi; dalle Alpi è stato esportato in Gran Bretagna e precisamente in Scozia.
Riproduzione: in primavera emette piccole infiorescenze maschili rosa e coni femminili eretti in cui maturano i semi. Si possono seminare le specie spontanee, ma le cultivar vogliono l’innesto.
Trapianto: il larice vuole terreno fresco e profondo, non troppo umido né troppo compatto. Distanza d’impianto: 5-7 m in tutte le direzioni.
Terreno: il larice europeo tollero abbastanza bene i suoli argillosi; a differenza della specie americana Larix laricina, che sopporta bene i terreni umidi, questo vuole un substrato opportunamente drenato. L’esposizione deve essere soleggiata; le gelate più tardive possono causare danni alla pianta.
Cultivar: sono numerose, ma le più usate come ornamentali sono la “Fastigiata” di forma colonnare, e la “Pendula” dal portamento piangente. Il larice europeo incrociato con la specie giapponese L. leptolepis o “Caramatzu” dà un ibrido di ottima qualità.